Si avvicina l’inizio della scuola e i bambini si troveranno di fronte a molte sfide e tra queste un cruccio costante è rappresentato dall’ortografia della lingua italiana. Nonostante qualcuno si ostini a dire che “l’italiano si legge come si scrive” (lasciando intendere che sia anche facile da scrivere)… Misteri delle leggende metropolitane… 😉
Ecco che oggi ci occupiamo di due errori molto comuni per chi sta imparando a scrivere (ma su Facebook si vedono parecchi adulti con le idee un po’ confuse…): “un” con l’apostrofo o senza? E “cuore” si scrive con la “c” o con la “q”?
Per il primo mi avvarrò di una brillante idea che mi è stata proposta da un’insegnante della scuola primaria, mia allieva in un corso. Sappiamo che in italiano esiste il genere maschile e quello femminile, ma come associarli ai due articoli indeterminativi in questione? Più precisamente il problema nasce quando questi ultimi si trovano davanti a vocaboli che iniziano con una vocale.
Il promemoria proposto è il seguente: l’apostrofo dopo “un” sembra una forcina per capelli.
E chi usa di solito le forcine per capelli? Le bambine. Dunque: con la forcina (apostrofo) = femminile, senza forcina = maschile. Ecco fatto, a memoria per la vita!
Veniamo a Cuore. Qui si tratta di ricordarsi di usare C e non Q. Come fare? Pensiamo ad un oggetto che assomigli per forma ad una C, ad esempio una bella calamita. Creiamo ora una scena mentale simpatica per associare la calamita e il cuore. Ad esempio: per attrarre il cuore del fidanzato o della fidanzata utilizziamo una grande calamita colorata. L’associazione calamita (cioè C) – cuore resterà impressa e non scriveremo cuore con la Q.
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